Filodrammatica "Romano Dellagiacoma" APS di Predazzo

Chi siamo

Una storia ormai centenaria quella della Filodrammatica “Romano Dellagiacoma” di Predazzo, anche se non è possibile conoscere con precisione la data esatta della sua costituzione ufficiale ed è ugualmente difficile ricostruire l'attività del primi anni.

È presumibile comunque che sia esistita una compagnia ancora verso la fine dell'800, con la costruzione dell'oratorio, che aveva anche una sala teatro, come documentano gli scritti di mons.  Giuseppe Gabrielli.

Il prof. Giuseppe Fusi, nel suo libro intitolato “Don Lorenzo Felicetti - Umile spadaccino della penna”, cita come regista anche lo stesso don Lorenzo, che era a Predazzo dal 1905 al 1915.

Info

Telefono: 3402291732
Referente: Dellagiacoma Marco
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I primi decenni

Negli archivi della Filodrammatica di Tesero figura la recita di una “Accademia musical drammatica” da parte di quelli di Predazzo, datata 2 marzo 1908 e che comprendeva, oltre ad una farsa e ad un bozzetto drammatico, anche i cori dalle opere “Nabucco”, “Attila” ed “Ernani” di Giuseppe Verdi.

Alcuni testi più antichi, nell'archivio della Filo, con le parti ricopiate a mano e rilegate con filo da “mbastìr” da abili mani femminili fanno riferimento alle date seguenti:

1910, con “I poveri di Londra”, dramma in sei atti, con gli interpreti segnati con il soprannome, come quasi tutti i copioni; 1910 con “Rinnegato”, dramma in quattro atti; 1912 con “La prima volta a Milano”, un atto unico, probabilmente una farsa.

A Tesero, la Filodrammatica di Predazzo andò anche il 26 ottobre 1919, con i dramma “Il figlio dell'impiccato” che, secondo mons. Giuseppe Gabrielli, fu il primo lavoro presentato all'Oratorio, dopo la fine della prima guerra mondiale.

Sempre a Tesero, la Filo predazzana recitò “Dura vita” il 1° gennaio 1931, “La casa sotto il nembo” il 22 novembre 1931 e “Il monello di Napoli” di Giuseppe Guadagnini il 10 febbraio 1935.

La ripresa nel dopoguerra

Nel periodo tra le due guerre mondiali, la Filodrammatica ha un'attività abbastanza regolare, anche se, per ragioni comprensibili, poco documentata, con la presenza di un gruppo direttivo e documenti sociali oggi irreperibili o forse in mano agli eredi degli interessati.

Da ricordare, in quel periodo, la presenza di Giuseppe Guadagnini “Galòpa”, attore e commediografo scomparso prematuramente nel 1942 ed al quale poi la Filodrammatica fu anche intitolata.

Nell'estate del 1945, appena finita la seconda guerra mondiale, gli anziani della Filo stentavano a riprendere l'attività, mentre invece, sull'onda della fondazione della COFAS, don Gualtiero Vinotti si adoperò per costituire un gruppo teatrale, il cui scopo principale era quello di fare da supporto alla Unione Sportiva Dolomitica, da poco fondata.

L'attività andò avanti con alcune recite, poi i vecchi filodrammatici si lamentarono con l'arciprete per lo spazio che veniva loro tolto e così si arrivò alla fusione del gruppo con la Filodrammatica dell'Oratorio. Per un triennio, dal 1946 al 1948, il regista fu Giuliano Felicetti “Piera”, con la Filo che era esclusivamente maschile e con un repertorio fedele alla rivista “Controcorrente” ed ai suoi autori, tra i quali Carlo Repossi e soprattutto Guido Chiesa, del quale furono allestiti “Tormento” e l'adattamento de “I fastidi del sior Pero Caròbola” che diventò “I fastidi del Franz Garnèla”. Tra i lavori da ricordare, citiamo “Il dottor Nero”, “Gente finita”, “La danza della morte”, “Il fornaretto di Venezia” e “La veglia del futuro”.

Nei primi anni Cinquanta, don Costantino Carli costituì, assieme ad alcuni giovani, la “Filo Ju”, che recitava la domenica pomeriggio. Poi, i più bravi passavano alla Filodrammatica. Anche la “Filo Ju” era composta da soli maschi e, per il repertorio, doveva avere sempre il consenso dell'arciprete. I giovani poi, potevano assistere, composti e in silenzio, alle prove della Filo.

In questo periodo dunque, c'erano due Filodrammatiche oratoriane, mentre, nel contempo, altre due, di carattere più laico, operavano nel teatro comunale, in questo caso anche con la presenza delle donne.

È in questi anni che la Filodrammatica dell'Oratorio, con l'inserimento di alcuni giovani della “Filo Ju”, vinse anche dei premi importanti, nell'ambito di un concorso indetto dalla Cofas (con una giuria che passava a visionare i diversi spettacoli) e concluso alla Mendola.

Tra i titoli dell'epoca, “Il treno fantasma”, “La ruota maledetta” e “Dramma in miniera”.

Dagli anni Sessanta ad oggi

L'attività proseguì in questo modo fino agli anni 1964/1965, quando ci fu l'abbattimento del vecchio Oratorio, seguito da un periodo di stasi, anche se un paio di recite vennero comunque fatte presso il teatro comunale.

Nel 1969, in occasione della inaugurazione della nuova Casa della Gioventù, fu chiamato ancora Giuliano Felicetti a cercare di riprendere l'attività, questa volta con la presenza femminile e con il nome di “Filodrammatica giovanile”.

Giuliano Felicetti andò avanti fino al 1971, poi la regia passò nelle mani del cappellano don Carlo Tisot, coadiuvato dal compianto Giuseppe Giacomelli, da Romano Dellagiacoma “Rossàt”, da Renato Dellantonio “Tonàt” e da Patrizia Dellantonio “Vespa”. Ricordiamo la messa in scena di alcuni testi di successo come “Esami di maturità”, “Roxi”, “Non c'è posto per gli angeli”, “Quel simpatico zio parroco”, “La casa nel parco”, “I cater fradieri reversi”, “L'avaro”.

Nel 1976, dopo aver recitato per l'ultima volta, come sempre in maniera straordinariamente efficace, “I fastidi del Franz Garnèla”, scompariva Romano Dellagiacoma ed i soci, volendo evidenziare e valorizzare il grande contributo che egli aveva dato alla Filodrammatica, decisero di intitolarla al suo nome.

Nel 1978, la Filo registra un rinnovato impulso e vigore, grazie all'entusiasmo giovanile di nuovi innesti. Giovani provenienti dal Gruppo degli Animatori dell'Oratorio, che avevano già fatto una loro esperienza teatrale con alcune commedie trentine ridotte e adattate da Donato Dellagiacoma e coordinate dal fratello Marco (figli del compianto Romano). Con questi lavori avevano girato anche in alcuni teatri del Trentino, riscuotendo ovunque positivi riscontri di pubblico e di critica.

Per fortuna, il buon senso evitò che si creassero rivalità assurde con la vecchia Filo e, grazie alla mentalità dei giovani, venne approvato uno Statuto e fu nominato un direttivo.

Iniziò inoltre una forte collaborazione con la Cofas e con il Comune di Predazzo, attraverso l'organizzazione di alcune rassegne teatrali, sotto il nome di “I commedianti”, sospese successivamente per un calo di interesse da parte del pubblico e per il notevole impegno finanziario.

Nel frattempo, Donato Dellagiacoma aveva ottenuto il 3° Premio al concorso Autori Cofas 1981, con “Ve par la solita storia?”, evidenziando grandi doti di commediografo, sempre più considerate anche a livello locale. La commedia venne rappresentata tre volte nel 1983 e quattro volte nel 1988, con una tournee a Basilea e Zurigo, particolarmente apprezzata dagli emigrati trentini che là risiedevano.

Dello stesso autore, nel 1984, venne rappresentata per tre volte un'operetta sulla storia di Predazzo, musicata dal maestro Fiorenzo Brigadoi, con la collaborazione del coro arcipretale, dal titolo “Historia de Pradassis”.

Ma la Filodrammatica non ha voluto legarsi ad un autore soltanto e così ha messo in scena anche “'L bandol de la matassa” di Antonia Dal Piaz, riproponendo quindi, nel 1986, nel decimo anniversario della scomparsa di Romano Dellagiacoma, “I fastidi del Franz Garnèla”, un testo che Romano aveva amato forse più di ogni altro lavoro. E proprio per questa ricorrenza Donato Dellagiacoma ha scritto un adattamento de “L'Avaro” di Moliere, testo anche questo caro al padre, il quale, per l'interpretazione impeccabile di Arpagone, aveva ricevuto un prestigioso riconoscimento. Dopo la rappresentazione in paese, la compagnia di Predazzo decise di fare un salto coraggioso e si iscrisse al “Sipario d'Oro” di Lizzana. E qui, oltre ad un risultato positivo e gratificante, Donato ottenne il premio come miglior attore protagonista della rassegna. Una grande soddisfazione personale e per l'intero gruppo.

Nel 1992, in occasione del 50° anniversario della scomparsa del prestigioso autore predazzano Giuseppe Guadagnini, morto tragicamente in seguito ad un incidente in montagna e che aveva vinto anche numerosi concorsi a livello nazionale, venne presentato “Hotel Astoria”. La Filodrammatica, in collaborazione con i parenti di Guadagnini allestì anche una bellissima mostra, molto apprezzata, inaugurata in modo solenne, alla presenza di numerose autorità locali, provinciali e regionali e visitata da numerose persone, concittadini e ospiti.

Grazie all'alternanza dei registi (Donato, Giusy, Mariagrazia, Daniela, Franca, Flavio) dal 1992 al 2017 sono state allestite quasi 50 commedie nei più svariati generi: comico, giallo, americano, dialettale, musicale oltre alle produzioni personali di Donato Dellagiacoma.

L'impegno della Filodrammatica è proseguito intensamente e nel 1997 è stata ripresa l'idea della rassegna teatrale che ha visto l'evolversi fino ad arrivare alla 20^ edizione di “Chi è di scena?”

L'attività prosegue con due rappresentazioni annuali (invernale e primaverile) e relative repliche, con qualche trasferta fuori zona, cercando di coinvolgere il maggior numero dei 60 soci attuali.

Inoltre notevole è la collaborazione che la filodrammatica ha con le realtà locali.

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