La nostra storia

Tutto ha inizio in quel fatidico 15 agosto 1945: eravamo ancora sulle ceneri fumanti dell'ultima guerra mondiale e regnavano, come si può ben immaginare, miseria, distruzione e depressione nella gente. C'era bisogno di risollevare gli animi, di creare occasioni per far uscire le persone di casa, farle tornare a vivere, far tornare il sorriso sulle labbra. Bisognava accendere nuovamente le luci dei teatri. È noto, infatti, che il teatro è un formidabile strumento contro la depressione.

          Il 15 agosto del 1945, per l'appunto, un gruppo di amatori e appassionati di teatro, con in testa Mario Roat, ha sentito il bisogno di dar vita ad un coordinamento con l'obbiettivo di aiutare le compagnie a crescere culturalmente, favorirne l'aggregazione, ma anche stimolare la nascita di nuovi gruppi teatrali e la rinascita di quelli  che, causa la guerra, avevano sospeso l'attività o addirittura si erano sciolti.

          Per gettare le prime basi, questi pionieri si sono incontrati a Predazzo in un convegno molto partecipato da filodrammatici provenienti da tutta la provincia e, in quell'occasione, è stata costituita “sulla carta” la Co.F.As. - Confederazione Filodrammatiche Associate (fu questa la prima denominazione della federazione).

          L'anno successivo, il 15 dicembre 1946, nasce invece di fatto la Co.F.As. (Compagnie Filodrammatiche Associate), con il primo Statuto e il primo Consiglio Direttivo. Gli scopi e gli obiettivi della nuova realtà associativa erano quelli di promuovere e diffondere il teatro sul territorio; un teatro che fosse sempre “spunto di crescita culturale per tutta la popolazione”, e di favorire l'aggregazione sociale. Scopi e obiettivi ai quali la Co.F.As. tuttora si ispira.

          I primi anni di vita furono abbastanza difficili: molti teatri erano chiusi, perché abbandonati da anni e quindi caduti in disuso. Per trovare una situazione ed avere  un maggiore numero di spazi a disposizione, dobbiamo arrivare però al decennio 1970-80. A partire dal 1960 e poi fino al 1990, sono stati infatti ristrutturati e resi utilizzabili molti teatri.

          Un ruolo importante nello sviluppo del teatro in Trentino lo hanno avuto senz'altro le Parrocchie, perché disponevano di strutture adeguate. Appare evidente che senza uno spazio teatrale adeguatamente attrezzato si può fare ben poco e possiamo quindi affermare che, da questo punto di vista, le Parrocchie hanno letteralmente salvato il teatro in Trentino.

          C'è poi stato l'avvento del cinema. La gente allora lo preferiva al teatro. Poi, col passare degli anni la situazione si è ribaltata. Dopo il cinema è arrivata la televisione, che però aveva una funzione totalmente diversa rispetto al teatro. Mentre infatti il teatro invita la gente ad uscire di casa, a incontrarsi e socializzare, la televisione porta a rimanere in casa e ad isolarsi.

          C'è voluto del tempo anche per far sì che l'importanza culturale e sociale della Co.F.As. venisse riconosciuta dall'Ente Pubblico, ma col passare degli anni anche l'attenzione e il sostegno dell'Ente Pubblico non sono mancati.

          Nei primi trent'anni di vita della federazione erano due, in particolare, i gruppi teatrali che rappresentavano un punto di riferimento e quindi anche una fonte di insegnamento per le altre compagnie. Il GAD Sperimentale Città di Trento, ora GAD – Città di Trento, guidato da Mario Roat, che faceva teatro principalmente in italiano e in dialetto veneto, e il Club Armonia, guidato da Silvio Castelli, che invece ha fatto la scelta del teatro dialettale. Queste due compagnie hanno rappresentato due guide, due fari, due punti di riferimento per le altre. Il GAD Sperimentale Città dei Trento recitava spesso in veneto in quanto Roat era innamorato di Goldoni e della Commedia dell'Arte, ma lo era anche dei classici e dei grandi autori. Per lui era importante che i testi dovessero “dire qualcosa”, che le due ore di spettacolo potessero fungere da lezione culturale. Il Club Armonia decise di dedicarsi invece totalmente alla valorizzazione del dialetto nel campo della prosa. Recitare in dialetto voleva dire usare un linguaggio del popolo e rappresentare delle storie nelle quali la gente comune si sentiva coinvolta. Gli spettatori riempivano le sale, perché si riconoscevano nei vizi e nei difetti dei personaggi delle commedie.

          Le altre compagnie recitavano per lo più nel proprio paese e invitavano raramente le altre compagnie nei propri teatri. C'era un po' di campanilismo. È solo a partire dal 1978, con la nascita della Rassegna dedicata a Mario Roat organizzata dalla Co.F.As. e ospitata al Teatro “S. Marco” di Trento, che si è incominciato ad invitare tutte le compagnie, anche quelle della periferia, alle quali fino a quel momento pareva quasi “vietato” comunicare, attraverso il teatro, al pubblico cittadino. Grazie a questo esempio, è scattata nelle compagnie la voglia di confrontarsi e di imparare dagli altri. Ci sono voluti un po' di anni, ma adesso non c'è più il problema del campanile, le rassegne sono diffuse sul territorio e gli organizzatori invitano tutti indistintamente. In questi ultimi anni si è cercato, infatti, di avere un'attenzione molto spiccata riguardo alla gestione del territorio, stando attenti a far sì che il teatro diventasse un servizio sociale. Questo ha permesso di favorire l'aggregazione, gli incontri, contribuendo a dar vita a un territorio vivo e ricco di interscambi.

          Attualmente alla Co.F.As. aderiscono 120 Associazioni teatrali con all'incirca 4.000 iscritti. Attraverso la propria rete di filodrammatiche, diffusa capillarmente sul territorio, la Federazione porta in scena ogni anno, principalmente attraverso rassegne organizzate su tutto il territorio e anche nelle comunità più lontane dai centri urbani, oltre 1.000 recite, coinvolgendo da 130 a 150 mila spettatori. Da questo punto di vista la Co.F.As. è la più numerosa rete di promozione e diffusione del teatro attiva sul territorio regionale. A partire dal 1996, la Co.F.As. ha elaborato un progetto di attività annuale mirante alla crescita culturale dei filodrammatici e del pubblico, che si è concretizzato attraverso le seguenti sezioni:

  1.      COMUNICAZIONE (organizzazione, programmazione e coordinamento - Notiziario “News” e Rivista “Teatro per Idea”)
  2.      FORMAZIONE a più livelli coinvolgenti le diverse fasce di età (bambini – ragazzi – giovani – adulti)
  3.      PRODUZIONE di spettacoli teatrali
  4.      PROMOZIONE di: numerose Rassegne Teatrali diffuse sul territorio (circa 90 ogni anno) fra cui “Palcoscenico Trentino – Premio Mario Roat”, “La Vetrina del Teatro Co.F.As.”, Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi, nonché il Meeting “La Scuola a Teatro” e un Concorso per testi inediti di autori trentini
  5.      RICERCA & SVILUPPO DELL'INNOVAZIONE che si sviluppa attraverso convegni a tema su specifici argomenti riguardanti il teatro per acquisire una cultura più ampia
  6.      SOLIDARIETÀ che si sviluppa attraverso il progetto “Filo... di speranza” finalizzato alla raccolta fondi per aiutare i poveri del mondo

Oggi la Co.F.As., ad oltre 70 anni dalla sua costituzione è:

  •         un luogo di incontro per chi ama il teatro;
  •         un centro di servizi e di conoscenze teatrali;
  •         un'organizzazione capillarmente diffusa sull'intero territorio provinciale;
  •         la maggiore rete di promozione e diffusione del teatro in Trentino, in grado di diffonderne i valori culturali e sociali anche nelle località più lontane dai centri urbani;
  •         un soggetto in grado di contribuire al miglioramento della qualità della vita dei propri concittadini attraverso proposte teatrali che risultano essere particolarmente gradite dal pubblico;
  •         un custode del dialetto, usi e costumi trentini;
  •         un promotore del teatro nelle Scuole;
  •         il movimento che contribuisce anche allo sviluppo economico attraverso l'indotto che riesce a creare con la sua intensa attività teatrale sviluppata sul territorio e i numerosi gruppi che ne sono coinvolti.

          Possiamo dunque ben dire che la Co.F.As. rappresenta oggi un prezioso valore socio-culturale per il Trentino e per tutta la nostra gente.

Grande merito di questo traguardo raggiunto è da attribuirsi, naturalmente, oltre che hai fondatori, anche a tutti i Filodrammatici, e sono tanti (si potrebbe dire un esercito), che, sorretti da un grande ideale, animati da grande passione per il teatro e amore per la propria terra, hanno contribuito negli anni fino ad oggi, a far vivere l'associazione e permetterle, in tal modo, di scrivere una gloriosa pagina di storia lunga settant'anni.

          Guardando al futuro, la Co.F.As. dovrà continuare nell'attività di sostegno alle associate sviluppata e collaudata con successo sin qui, poiché ha sempre dato dimostrazione di rispondere alle esigenze di crescita culturale dei filodrammatici. Dovrà, in particolare, continuare ad investire massicciamente sulla formazione per accresce la professionalità degli amatori e imprimere maggior qualità ai loro spettacoli.

          Di vitale importanza per la Co.F.As. sarà riuscire a coinvolgere le giovani generazioni, in particolare il mondo della Scuola, luogo deputato per raggiungere il maggior numero di giovani, attraverso i nuovi linguaggi emergenti e le nuove forme di spettacolo che non esistevano o di cui non si parlava quando è nata.

Oggi inoltre cambia l'approccio con cui dobbiamo rivolgerci agli attori del futuro, ovvero i giovani; dobbiamo sostenerli con la formazione per metterli in condizione di acquisire le conoscenze necessarie per sviluppare al meglio la propria capacità di comunicazione con il pubblico. Ci vuole, insomma, una formazione aperta a tutti i linguaggi, capace di aiutare le nuove generazioni a sviluppare linguaggi propri e nuovi.

          Infine, un impegno non di poco conto, poiché ha a che vedere con la continuità dei gruppi teatrali stessi, sarà quello di potenziare l'attività di servizio alle associate, in particolare per dare consulenze amministrativo-fiscali e fornire un sostegno nel disbrigo della burocrazia che spesso ostacola lo sviluppo dell'aggregazione e del volontariato culturale.